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lunedì 12 ottobre 2015

Flavia Cantini scrittrice. Il nuovo romanzo drammatico.







Eccomi a raccontarvi qualcos'altro sul mio nuovo romanzo drammatico "Il professionista".

Un romanzo ambientato al giorno d'oggi, in un'Italia colpita dalla crisi e dalla disoccupazione in cui vengono travolti, soprattutto, gli "over" e i giovani.

E giovane è il nostro protagonista, Saverio. 24 anni, una laurea in Architettura, spiccato talento nella pittura, determinazione e volontà.
Ma anche una situazione disagiata e di estrema povertà.

Il principale scopo della sua solitaria vita in povertà? Trovare un lavoro per mantenersi e riuscire a mangiare almeno tutti i giorni.

E, dopo mesi e mesi di porte in faccia e zero risposte, ecco che viene chiamato a sostenere un colloquio di lavoro.

Sembra tutto perfetto, ma...

"Quanto sei disposto a cambiare per avere un lavoro?"


Eccovi alcuni nuovi stralci :)

"...

Erano da poco passate le due di un altro gelido pomeriggio invernale.

Saverio sedeva, fintamente tranquillo, alla scrivania e cercava di occupare il tempo scarabocchiando qualche pagina di vecchi quaderni; una passione, la sua, per il disegno molto profonda.

Dopo i primi giorni di puro terrore, ormai, segretamente cominciava a pensare che il colloquio e tutto il resto fossero una farsa e che i due “datori di lavoro” avessero dimenticato il suo nome.

Ma, proprio allora, un trillo risuonò per tutta la stanza e la matita zigzagò per il foglio prima di cadere a terra.

Gelo. Buio. Sudori freddi.

Tachicardia. Tremori. Respiro corto.

“Non può essere” si disse mentalmente Saverio mentre cercava, con mano tremante, di afferrare il bicchiere e bere un sorso d’acqua per placare l’improvvisa arsura della gola.
Un trillo ... Era forse stato reale? 



Le stanze buie e fredde gli mettevano addosso una strana inquietudine, gli sembrava di essere osservato da qualcuno nascosto nell’oscurità e pronto a colpirlo.

Girovagò esausto fino a che le prime luci dell’alba non rischiararono il paese; allora, confortato dall’inizio di un nuovo giorno, Saverio si sedette sulla vecchia poltrona in cucina.

Ma non trovava pace ed era quasi mezzogiorno quando si costrinse a cambiarsi d’abito.

Davanti allo specchio quasi non riusciva a guardarsi in faccia, non si riconosceva, era di un pallore spettrale, le gote scavate, gli occhi spenti.

“Ecco a cosa mi sta portando questo lavoro e la colpa che ne consegue: alla distruzione” ammise amaramente.

..."



Alla prossima!

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